Infrastrutture. Falcone: “Dal disastro di Crocetta a 300 cantieri aperti. E su treni e il resto vi dico…”
di Redazione | 9 Novembre 2021“Quando vi dicono che in Sicilia è tutto fermo, che le province sono isolate, che sulle infrastrutture è tutto da buttare, c’è solo una cosa da fare: non crederci. Accadrà sempre più spesso, ma non credetegli. Vi chiedo uno sforzo per andare oltre il sentito dire, provare a farvi un’idea con la vostra testa.
È vero, c’è tanto da fare. Le nostre infrastrutture pagano decenni di ritardi e abbandono. Non lo abbiamo mai nascosto, ma anzi proprio quell’Isola che cadeva a pezzi è stata il nostro punto di partenza. Da qui, dal disastro, ci siamo rimboccati le maniche, da quattro anni ormai. Idee chiare, programmazione, per riaccendere i cantieri, riportare uomini e mezzi a lavoro. Questo è ciò che vi consegniamo ogni giorno.
Oltre 300 cantieri, fra avviati, completati e in itinere. Sulle strade, ad esempio, sono stati anni di una paziente e complessa opera di ricucitura della viabilità ieri inesistente. Per la prima volta nella storia, l’ultima provincia di Sicilia senza autostrade, quella di Ragusa, è stata connessa proprio in questi anni alla nostra rete. Nel 2018, fra Rosolini e Modica, c’erano solo mezzi abbandonati e una grande lacerazione per il territorio. Abbiamo ripreso, completato e aperto al traffico il nuovo tratto ragusano dell’autostrada Siracusa-Gela, fino a Ispica. Nel 2022 vogliamo giungere alla Città del cioccolato e abbiamo buone sensazioni: il viadotto Salvia viene completato proprio in queste ore.
Quando ci siamo insediati, l’Isola era tagliata in due dal crollo del viadotto Himera: abbiamo messo in mora l’Anas, richiamandola alle sue responsabilità. Ho dovuto minacciare di dimettermi, pur di cancellare quella vergogna. Lo stesso abbiamo fatto per la viabilità delle aree interne, come nel caso della Statale Nord-Sud fra Enna e Messina: era un’opera abbandonata da tutti, oggi sono aperti i primi dieci chilometri, ed è un cantiere vivo che, fra qualche tempo, riconnetterà l’A19 ai Nebrodi e alla costa tirrenica.
Potremmo continuare. Con la Ragusa-Catania il cui iter è finalmente avviato, con le autostrade risanate passo dopo passo, con gli oltre 100 milioni e i cantieri sulle strade provinciali dimenticate da tutti. Tanto altro, tutto quello che mi vedete condividere ogni giorno, anche qui sui social con voi.
Ma passiamo ai treni e alle ferrovie, praticamente inutilizzati da decenni. Siamo riusciti a porre le basi per dare ai siciliani la reale alternativa del trasporto su ferro. Come non ricordare che il Nodo passante che collega Palermo a Punta Raisi era chiuso dal 2015? Lo abbiamo ripreso e consegnato nel 2018 a tutta la Sicilia occidentale, una grande infrastruttura ferroviaria fra capoluogo e aeroporto. Abbiamo ridisegnato corse e servizi acquistando 25 nuovi Pop e recuperando le tratte dismesse, come la Catania-Caltagirone. Ma anche, fra le tante altre cose, il Governo Musumeci ha tirato fuori dalle secche il grande raddoppio ferroviario fra Ogliastrillo Cefalù e Castelbuono, avviando inoltre la costruzione dei primi 40 chilometri del raddoppio Catania-Palermo. E ancora: sulla Trapani via Milo dimenticata dal 2011: siamo stati gli unici a scendere in piazza contro la sorda burocrazia ministeriale. Nel PNRR abbiamo messo la Palermo-Agrigento, per portare anche lì i treni veloci.
Tutto ciò è parte del grande sforzo che la Sicilia e i siciliani stanno compiendo per rialzare la testa, con le infrastrutture e i trasporti. Vi ho fatto qualche esempio e ve ne farò altri ancora più avanti per chiedervi solo una cosa: non dovete consentire alla rassegnazione e al disfattismo di vincere sulla realtà dei fatti.
Adesso ancora al sempre dalla parte della Sicilia e dei siciliani.”. Lo scrive su Fb Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture.
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