Settantadue e mezzo (senza la musica di Mahler)
di ca.brig | 7 Settembre 2021Vabbe’, tutto o quasi fa in politica. Anche il casino mascherato di tesi e antitesi, per consumare il personalissimo rancore che di politico ha nulla. Perdere per ciò un po’ di anni di corridoi e carbonerie “ammucciùni”. E sussurrare al giornalista amico, del giornale “nemico”, per pararti la vendita di un prodotto vecchissimo: il Sè. Insomma, è il bisunto voglio togliere te e mettermici io. Sarà politica, ma sa di putrido, l’opposto di un’appartenenza, dove il codice cavalleresco sarebbe aurea regola. Ma a parte questo crasso modo di procedere, che lascia tracce evidenti e sedimenti odorosi, è possibile che prima di lanciarsi, dall’ultimo piano del principio di realtà, non si guardi alla propria carta d’identità o patente o tesserino professionale? A qualunque pezzo di carta dove campeggia inesorabile la propria età? Si può spingere e sgomitare, per un posto già occupato, da uno piu bravo e di un lustro più giovane di te? Scendere a rozzo arrembatore di primo pelo ? A novembre 2022, quando ci sarà la sicula olimpiade, saranno 72 anni e mezzo. Nella vita, non è mai troppo tardi; in politica, sì. Rischi la fine che Visconti fa fare a Gustav von Aschenbache, in Morte a Venezia. La tintura dei capelli che si scioglie sul viso. Ah, che malo modo di finire. Senza musica di Mahler poi.
Ps: sono ancora distante dal numero proibito del Sempreverde, non corro manco la corsa nei sacchi, non mando in giro scritti altrui con pedanti e segreti marginalia; non uso tinture per i miei quattro bianchi capelli: sto al sole e guardo in faccia il mio mare. Senza rischi. Sarebbe un consiglio, purtroppo è inutile: mai come nella fattispecie “forma non s’accorda molte fiate a l’intenzion de l’arte, perch’a risponder la materia è sorda”, poeta il Sommo.
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