Stop discariche: Musumeci fa partire due “termo”. Lega dice ok, dal M5S solito no dopo quel sì-no di Costa. E Chicco Testa spiega perché sì.
di Redazione | 18 Giugno 2021È partita la procedura per la costruzione in Sicilia di due termoutilizzatori. Il dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti ha infatti pubblicato sul proprio sito (e a giorni lo sarà anche sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana e su quella comunitaria) l’avviso pubblico per l’affidamento in concessione della progettazione, costruzione e successiva gestione fino a due impianti per il recupero energetico da rifiuti. I termoutilizzatori dovranno avere, ciascuno, una capacità di trattamento da 350 a 450 mila tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziabili e saranno situati: uno in Sicilia occidentale (nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo o Trapani) e l’altro nella zona orientale (Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa).
Il metodo è quello della finanza di progetto e pertanto la realizzazione sarà a carico dell’impresa aggiudicataria, che dovrà anche gestire l’impianto in concessione, con il controllo pubblico della Regione. Nino Minardo, capo dei leghisti siculi, fa sapere che è contento. Invece, critiche sono arrivate dai deputati regionali del M5S.
Ma negli ambienti vicini al governatore Musumeci si ricorda che quando ministro dell’Ambiente era il grillino Sergio Costa – che parlò una “manina” mai scoperta e poco credibile – il Ministero stesso aveva chiesto alla Regione Siciliana, come condizione per approvare il piano dei rifiuti dell’Isola di inserire due termovalorizzatori. Poi il ministro si rimangiò ciò che aveva chiesto alla Regione il suo stesso Ministero. Una delle tante contraddizioni del M5S che, in questo caso, è ben fissata nella memoria dei siciliani: troppo vicina nel tempo per non essere ricordata.
E contestata a suo tempo da Chicco Testa, già storico presidente di Legambiente e oggi presidente di Fise Assoambiente secondo cui quella contraria ai “termo” è “un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia. Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia non può che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in discarica che in Regione supera ancora il 70%. Chi pensa di raggiungere questi obiettivi, in linea con le direttive europee sull’economia circolare – sostiene Testa – senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il “turismo dei rifiuti” verso altre destinazioni fuori Regione, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini. È fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti”.
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