Ars miserrimo palcoscenico, con Miccichè Enrico IV in 16^: così la politica siciliana si suicida
di Carmelo Briguglio | 17 Marzo 2022L’Ars si conferma per ciò che è, un luogo lontanissimo dalla definizione che dà di se stessa: un Parlamento, col codazzo onorifico che conosciamo a menadito (il più antico del mondo, et cetera). Nei giorni della tragedia che vive l’Ucraina e del dramma globale che scuote il mondo, il “Parlamento siciliano” (virgolettato, sì) é sulla scena, per altro. La spaccatura a metà dei deputati regionali di Forza Italia, che in atto ora ha due capigruppo: uno eletto ma non riconosciuto dagli altri e l’uscente che eccepisce la non regolarità della sua sostituzione. Si accompagna a questo l’irruzione sul miserrimo palcoscenico di due deputati regionali renziani che entrerebbero nel gruppo FI , per riacciuffare la maggioranza perduta. Intanto, dal fronte “sconfitto”, che vanta dalla sua il presidente dell’assemblea, si minaccia l’uso dell’arma “nucleare” – lo so il paragone è ridicolo – della cacciata dei presidenti di commissione che fanno parte dei “vincitori”. Si aggiunge la scena di un emendamento che vuole bloccare il ricambio delle nomine del governo, a partire da quelle della sanità, forse con qualche errore di calcolo, in primis dell’opposizione che così ammette che il governo a suo tempo fece scelte giuste. Ora, i dettagli non sono importanti. Ciò che più interessa, in questa sede, é lo stridore del vissuto dentro il Palazzo – con l’eccezione di alcuni cervelli ragionevoli – e il Tragico di bombe, morte, esodi e fughe dalla guerra che c’è “fuori”. Credono che la gente non capisca?
Che il disprezzo non sia destinato a rendere ancora più largo questo fossato tra popolo e “parlamento” oggi rappresentato da questo Enrico IV in sedicesimo, che risponde al nome di Gianfranco Miccichè? “Preferii restare pazzo e vivere con la più lucida coscienza la mia pazzia…questo che è per me la caricatura, evidente e volontaria, di quest’altra mascherata, continua, d’ogni minuto, di cui siamo i pagliacci involontari quando senza saperlo ci mascheriamo di ciò che ci par d’essere”: sì, è il dramma della pazzia, scritto da Pirandello, a volere per forza nobilitare ciò che vediamo.
Credono che questa farsa, senza fine e autodistruttiva – più realisticamente – non porterà danni concreti a ciascuno di loro – attori berlusconiani e regista-presidente, ma non solo – quando a novembre si presenteranno al popolo? Basterà la serietà dell’altro Palazzo di fronte, l’habitus di serietà e lavoro del suo rigoroso governatore, a salvare l’onore della Sicilia e della sua Regione? Speriamo di sì. Lo crediamo, vogliamo crederlo. Come vogliamo pensare – spes contra spem – a un improvviso ravvedimento generale. Lo spettacolo di una politica che si suicida, é insopportabile per chi ha sempre creduto, nella sua missione morale, e ci crede ancora. Lo é soprattutto per la gente, assediata da immagini devastanti e angosciata dal quotidiano di bollette e carburanti, con prezzi alle stelle. Smettetela.
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