Lo Bono (Museo civico Termini): “Si riparte, ma ora più risorse per i piccoli musei. Mettiamo in rete le intelligenze migliori. Il mio impegno culturale è a 360°.”
di Redazione | 10 Luglio 2021D. Dott. Fabio Lo Bono, lei dirige il Museo Civico di Termini Imerese, una chicca attivissima nel panorama dei beni culturali dell’Isola. Come va dopo la fase di lock-down?
R. La ripresa è lenta, ma abbiamo avuto, grazie al lavoro di tutela, valorizzazione e promozione svolto durante la lunga chiusura per l’emergenza sanitaria da COVID 19 un buon riscontro di pubblico.
Oltre 200 i giovani che hanno visitato il nostro museo dalla riapertura e oltre otto le giovani coppie che hanno scelto il nostro meraviglioso giardino museale per il loro matrimonio. Risultati, a mio avviso, raggiunti grazie alla strategia di comunicazione adottata e condivisa con l’Amministrazione Comunale e sopratutto col il nostro giovane sindaco Maria Terranova che ha sostenuto tutto il progetto culturale che, assieme al mio dirigente Antonio Calandriello, le abbiamo proposto. Abbiamo, attraverso le iniziative online, che hanno registrato complessivamente oltre 100 mila visualizzazioni, tenuto vivo il contatto con il nostro pubblico. E oggi i risultati sono tangibili.
D. Le realtà museali comunali hanno difficoltà e problemi anche rispetto ai musei regionali più grandi. Quali sono nel vostro specifico? Quali interventi auspica per i piccoli musei che sono uno specifico del patrimonio culturale siciliano.
R. I problemi più grandi sono legati alla mancanza di fondi. Il bilancio comunale non riesce a garantire nulla o quasi nulla per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali. Abbiamo partecipato a due avvisi pubblici proposti dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo attraverso la direzione generale dei Musei-Roma per il riparto del fondo per il funzionamento dei piccoli musei. Nel primo abbiamo pensato alla progettazione di una esperienza digitale virtual tour e nel secondo la digitalizzazione del patrimonio, la creazione di podcast per la valorizzazione della nostra eredità culturale. Auspico una maggiore attenzione da parte del governo regionale per garantire una maggiore tutela (fondi destinati al restauro delle opere e alla manutenzione delle strutture) al nostro meraviglioso patrimonio culturale. La creazione di una rete museale siciliana per la valorizzazione dei siti di interesse culturale e una promozione anche attraverso spot nazionali.
D. Cosa offre il vostro museo al turista che viene in Sicilia?
R. Il nostro è un museo, localizzato nella parte alta della città, nel cuore del centro storico facilmente raggiungibile dallo svincolo autostradale, dalla stazione ferroviaria e dal porto e può offrire tanto al visitatore-turista; un istituto fondato nel 1873 e con una raccolta articolata in due sezioni archeologica e storico-artistica. Due le sezioni in via di allestimento la naturalistica e quella di arte contemporanea. La sede è un edificio monumentale, riferibile alla fine del XIV secolo e ampliato alla fine del XVI secolo, ex sede dell’ospedale della SS. Trinità, gestito dai Padri Fatebenefratelli dal 1589. Tra gli ordinatori scientifici per la parte archeologica Sebastiano Tusa, Oscar Belvedere e per la parte storico-artistica Maria Concetta Di Natale.
Al piano terra, la sezione archeologica abbraccia un lungo periodo storico che va dal paleolitico superiore alla tarda età imperiale. Notevoli sono le testimonianze preistoriche, i reperti provenienti dal territorio di Himera e la pregevole collezione numismatica costituita da tipi monetali sicelioti e greci. Tra i reperti esposti nel grande salone e che riportano alla vita della “Colonia Augusta termitana” spicca la testa marmorea di Drusilla a capo velato. Imponenti le statue togate provenienti dal foro romano. Nella Cappella di S. Michele Arcangelo e nel grande salone a primo piano è situata la collezione storico-artistica che annovera opere d’arte come “Madonna, Bambino e Santi” di Gaspare da Pesaro, un gonfalone trecentesco della cerchia di Paolo Veneziano, un bassorilievo di A. Gagini raffigurante la Vergine e il Bambino, una splendida annunciazione fiamminga, un bozzetto attribuito a G.L. Bernini, raffigurante “San Girolamo” e altri pregevoli dipinti riferibili a Vincenzo La Barbera, Pietro Novelli, Olivio Sozzi, Giuseppe Velasco e Francesco Lo Jacono.
D. Prima della chiusura avete organizzato iniziative molto apprezzate. Quali attività avete programmato da qui alla fine dell’anno?
Sì, voglio ricordare la conferenza sull’epilogo della prima guerra punica con Stefano Zangara, la celebrazione della giornata dei beni culturali, della giornata internazionale dei musei con la conferenza sulla via Catina-Terme a cura Rosa Maria Cucco e la performance di Grazia Capri e ancora Aurelio Burgio, Maria Concetta Di Natale, Maurizio Vitella. Su questa linea di valorizzazione abbiamo programmato diverse iniziative per l’estate, conferenze, presentazione di libro Ignazio Buttitta, la proiezione di un cortometraggio “Terramorta”, ma anche teatro, laboratori didattici e dei concerti di musica classica, utilizzando il nostro prezioso violino.
D. Lei è anche un intellettuale della “rive droite” e apprezzato saggista che ha scritto pagine importanti strappate dalla storia nazionale e in più anima pure la piccola casa editrice di famiglia. Vuole provare a riassumere il suo impegno culturale?
R. Nel 2016 ho pubblicato Popolo in fuga. Sicilia terra d’accoglienza (prima edizione) attraverso la casa editrice di famiglia. Ho cercato di dare voce ai vinti di quella triste vicenda che vide gli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, il confine più turbolento d’Italia, vivere una tragedia nella tragedia. Una lunghissima guerra, poi le persecuzioni, gli infoibamenti e i campi di raccolta profughi fino al 1956. Una condizione umana al limite della vivibilità. Ho girato l’Italia da Lampedusa a Fiume a parlare di questa vicenda e della buona accoglienza che i siciliani riservarono loro. Nel 2018 abbiamo deciso, vista la richiesta, di ristampare il libro, arricchendo di nuovi elementi fra cui la bella intervista dell’amico Umberto Smaila. Un impegno importante che non termina qui.
Il prossimo 19 luglio uscirà il mio nuovo libro Paolo Borsellino, i giorni della paura e del coraggio. Ottanta tavole illustrate per fare memoria, per non dimenticare chi, nel nome dello Stato, della Giustizia e del dovere, ha donato la propria vita.
Questo il mio impegno che va dalla valorizzazione e promozione della nostra eredità culturale alla ricerca della verità storica e civica.
Ritengo che la terra di Sicilia meriti tutto il nostro sforzo: io sono impegnato a 360 gradi, nei limiti delle mie possibilità. La nostra è una terra da valorizzare, da amare, da promuovere e tirare fuori attraverso la esaltazione della bellezza, della cultura. È il momento di fare sì che le più belle intelligenze si mettano assieme a ragionare e soprattutto ad agire per fare sì che la Bellezza vinca su tutto.
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