Hub vaccinali, quell’esercito della nostra salvezza
di Matilda De Vita | 3 Luglio 2021È vero: fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. C’è un esercito silenzioso, loro, battaglioni di professionalità nelle trincee non chiassose della vaccinazione di massa: medici, infermieri, personale di supporto amministrativo e logistico, militari, forze dell’ordine, protezione civile e volontari che fanno un corpo unico in sintonia tra di loro, che si facilitano l’un l’altro, ognuno nel proprio ruolo, con l’unico obbiettivo di immunizzare per salvare vite umane, che rimane in trincea oltre il dovuto, forte dall’esempio encomiabile di chi ha sulle spalle tutto il peso della responsabilità.
Operano in sicurezza, con efficienza ed efficacia, con generosità e garbo, con gentilezza e con il sorriso. Un esercito in marcia, dove l’umanità, nella primaria tutela della salute è il faro e rappresenta la principale ragione della macchina di guerra messa in campo per sconfiggere l’unico e vero nemico che si chiama Covid. Non si guarda l’orologio, non si timbra un cartellino, semplicemente si anticipa e si posticipa il proprio turno con spirito di solidarietà e rispetto reciproco che va oltre il dovuto e si trasforma in volontariato, che diventa gioia, che arricchisce e fa sentire migliori. Una ventata di giovane freschezza che spira in Sicilia, non legata al dato anagrafico, piuttosto alla voglia di fare, di studiare strategie vincenti, il desiderio di risolvere tempestivamente qualsiasi problema. Un esercito in marcia che non si ferma davanti ad alcuna difficoltà, semmai sprigiona le migliori energie che, come un virus, opposto a quello che si combatte, contagia e stimola a fare di più e meglio in una sana competizione, dove i risultati non hanno bisogno di interpretazioni, dove i numeri parlano da soli.
Gli hub vaccinali sono tutto questo: servizio incessante, nome, cognome, volto e vissuto di ogni individuo che si affida fiducioso nelle mani esperte di chi segue passo, passo ogni fase di quello che è un atto di civiltà che va a braccetto con l’atto di protezione individuale, che gioco forza, si trasforma in collettiva. Numeri importanti e significativi che potrebbero risultare freddi calcoli statistici, ma dietro ogni singolo dato c’è una creatura ammantata di umanità e garbo, deferenza e considerazione, sorriso e serenità. Un esercito in marcia che combatte un nemico subdolo e insidioso, spedito fino alla vittoria finale. La vittoria di una guerra per la normalità perduta, che si traduce in libertà. Un esercito in marcia che sprigiona nell’aria il profumo della speranza, la speranza di quell’abbraccio collettivo da troppo tempo negato. Un esercito che vuole vincere. Con la messa in salvezza di quanti più siciliani possibile. Un dato positivo che affiora dalla polemica politica e fa sperare. Nel cambiamento: lo abbiamo sotto gli occhi. Dobbiamo imparare a vederlo, ad apprezzarlo ogni giorno di più.
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