Cappuccio (Cisl) a Musumeci: “Occorre più dialogo sociale, firmiamo insieme un patto per la Sicilia”
di Redazione | 16 Giugno 2021D. Sebastiano Cappuccio, lei è il segretario siciliano della Cisl, qual è il vostro rapporto col governo regionale?
R. Noi abbiamo rispetto per i ruoli istituzionali. Purtroppo però registriamo, nonostante le nostre sollecitazioni, che il confronto con le parti sociali non ha la centralità che invece deve avere oggi più che mai. Viviamo uno dei momenti maggiormente complicati della nostra storia e pensiamo che occorrano buon senso e responsabilità da parte di tutti. Questa deve essere la stagione del dialogo e del confronto, perché la Sicilia bisogna ricostruirla e farla ripartire insieme.
D. Cosa occorrerebbe per avviare un dialogo finora difficoltoso? Cosa chiedete, in concreto, all’esecutivo?
R. Da tempo chiediamo al governo regionale di confrontarsi sulla Pubblica Amministrazione, sulla sanità, sulla sicurezza, sulle infrastrutture, sul welfare, sulla coesione sociale e sulle politiche attive sul lavoro, sulla formazione e sulla ricerca, sulla scuola, sulle politiche ambientali, sull’agroalimentare, sul turismo, sull’industria e sui servizi. E da tempo su questi temi, abbiamo presentato all’esecutivo regionale le nostre proposte, che andrebbero condivise e contenute in un patto di rilancio per la Regione, che sia sottoscritto da istituzioni, parti sociali e imprese. Questo patto sociale è indispensabile per riagganciare la Sicilia al resto del Paese, soprattutto alla luce delle risorse previste dal Pnrr, che rappresentano un’opportunità unica per la nostra terra.
D.Vuole da qui lanciare un appello al presidente Musumeci? Cosa gli vuole dire?
R. Presidente Musumeci, dialoghi stabilmente con le parti sociali, condivida gli obiettivi di un piano di rilancio da realizzare in Sicilia e da sostenere nei confronti del governo nazionale. Questo è l’unico modo per dare una prospettiva di futuro alla regione, colmando il gap atavico con altre realtà italiane e rimettendo la Sicilia al centro delle dinamiche nazionali ed europee. Questo non è il momento di conflitti ideologici e di tensioni sociali, ma di soluzioni concertate, di unità e di vera responsabilità. Nessuno può uscire da solo da questa fase difficile e complicata, ma bisogna remare tutti dalla stessa parte.
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