Costa: “La vaccinazione in Sicilia è prova di eccellenza sanitaria. Nelle città contagi sotto controllo, solo focolai locali”
di Redazione | 12 Giugno 2021D. Dottor Renato Costa, ci dice, da commissario per l’emergenza Covid, come va la campagna vaccinale?
R. Dopo una prima fase in cui abbiamo preso le misure, adesso si va spediti verso l’obiettivo comune dell’immunizzazione di massa. Ormai da diverse settimane si è superato il target nazionale di 500 mila dosi somministrate giornalmente e lo stesso avviene per la Sicilia che si attesta intorno alle 60 mila dosi al giorno.
D. Cosa può dire sui casi di reinfezione di persone già vaccinate con la seconda dose? La gente si preoccupa.
R. Tutti i trial clinici effettuati sui vaccini che hanno ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio parlano di un’efficacia che resta comunque al di sotto del 100%. Per i vaccini a mRNA tipo Pfizer l’efficacia è di circa il 95%, ciò significa che un 5% di soggetti fa parte di quella categoria cosiddetta “non responder” per indicare una persona, che, per ragioni diverse, mostra un’incapacità totale o parziale a produrre anticorpi, in risposta a uno stimolo antigenico adeguato.
Dobbiamo osservare, tuttavia, che i soggetti vaccinati che subiscono l’infezione da Sars-CoV-2 tendono a non sviluppare forme gravi della malattia.
D. C’è chi la mette così: hub oppure medici di famiglia e farmacie?
R. L’obiettivo è quello di vaccinare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile. Per far fronte a questa necessità bisogna mettere in campo tutte le forze a disposizione. Sembra, comunque, che non si possa prescindere da una struttura organizzata come l’hub, in cui l’utenza viene “accompagnata” durante tutto il percorso vaccinale, ricevendo il siero in massima sicurezza. In un’ottica di una immunizzazione di massa, in tempi non biblici, non si può non tenere in considerazione i dati, ad esempio l’hub della Fiera del Mediterraneo dal 24 febbraio a oggi ha inoculato 315 mila dosi di vaccino, più del 10% del totale di quelle somministrate in Sicilia.
D. Perché oggi la Sicilia è in testa ai contagi?
R. Il fenomeno è per lo più legato a focolai occasionali che si stanno rilevando a livello locale, nei piccoli centri. Nelle grandi città il numero dei contagi si sta mantenendo sotto controllo e non ci preoccupa: il numero dei positivi è residuale, ma soprattutto notiamo che si è alleggerito moltissimo il numero dei ricoverati. Ne resta una quantità davvero esigua, sia in regime ordinario, sia in terapia intensiva. Anche il carico delle visite domiciliari si è ridotto notevolmente.
D. È questione di tempi o potremmo fare di più come Regione?
R. La Regione Siciliana ha svolto un ottimo lavoro durante questa emergenza pandemica. Naturalmente si può sempre tentare di affinare e fare meglio ma durante questa esperienza abbiamo comunque assistito a una prova di eccellenza sanitaria, assicurando un approccio multidisciplinare e personalizzato ai pazienti affetti da Covid, al fine di identificare precocemente eventuali esiti fisici, psicologici e neurocognitivi. Di fatto in Sicilia abbiamo realizzato una medicina di prossimità che è stata l’arma vincente nella gestione della pandemia e che ci potrà essere di grande supporto anche nei prossimi anni.
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