Il secondo mandato di Orlando a Rotoli (non soltanto per le bare indecorose)
di Antonio Inniosi | 17 Maggio 2021Mancano meno di quattrocento giorni alla fine dell’orlandismo a Palermo. Inevitabilmente ci sarà un prima e un dopo per una figura così ingombrante. Parafrasando Caparezza si potrebbe dire che «il secondo album mandato è sempre il più difficile nella carriera di un artista sindaco». Finì male nel duemila, quando in difficoltà con il Consiglio comunale si dimise per andare a essere battuto alle regionali. Rischia di finire male da qui al 2022, governando in minoranza e con i radical chic cittadini che già da un po’ hanno cominciato a mollarlo (da Repubblica a Roberto Alajmo, che al Teatro Biondo evidentemente era troppo occupato per notare le storture che oggi, giustamente, evidenzia). L’ultimo appello alla collaborazione (c’è un bilancio da chiudere a fine anno) è stato sdegnosamente respinto sia dal centrodestra sia da Italia Viva e da Oso (il gruppo dei 5 stelle dissidenti). Ovviamente di dimettersi non se ne parla e si può scommettere che i consiglieri saranno molto più “responsabili” se lo spettro del dissesto (e conseguente incandidabilità) dovesse farsi concreto… Ma si può già dire che anche questo mandato consecutivo stia andando a Rotoli. Il riferimento alle bare insepolte indecorosamente accatastate da mesi nel cimitero cittadino è causale, ovviamente. Ma su rifiuti, conti, mobilità e servizi la città gli è già contro da tempo.
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